Nella nostra vigna la terra suona: le piante trasformano la loro energia in musica, e noi ne seguiamo il ritmo lento delle stagioni, aspettando il momento giusto perché ogni nota diventi  vino.

Nella nostra vigna la terra suona: le piante trasformano la loro energia in musica, e noi ne seguiamo il ritmo lento delle stagioni, aspettando il momento giusto perché ogni nota diventi  vino.

Nella nostra vigna la terra suona: le piante trasformano la loro energia in musica, e noi ne seguiamo il ritmo lento delle stagioni, aspettando il momento giusto perché ogni nota diventi  vino.

Fioritura
Raccolta
Crescita vegetativa
Maturazione
Riposo vetegativo

Ogni vite ha una voce, impercettibile a orecchio nudo ma costante nel tempo.

Nelle sue fibre scorre un linguaggio fatto di microvibrazioni, pulsazioni e silenzi che raccontano la vita interna della pianta. Le variazioni di temperatura, luce e umidità si traducono in differenze di flusso, e il flusso diventa suono: frequenze che si innalzano o si spengono seguendo il ritmo della stagione.

Ascoltare la vite significa leggere il suo stato fisiologico, ma anche comprendere la relazione invisibile tra il tempo naturale e l’intervento umano. Nel ciclo annuale, la pianta alterna slanci e pause, intensità e riposo, e a ogni fase corrisponde un timbro, un andamento, una tensione sonora. È da queste tracce che nasce la nostra interpretazione: un modo per restituire alla vite la sua voce e, con essa, il senso del lavoro che la accompagna.

i dati sonori sono stati raccolti tramite dispositivo plants play tra marzo 2024 e febbraio 2025 – vigneto di riferimento: nero d'avola

Crescita vegetativa

Dopo il silenzio dell’inverno, la vite si risveglia. L’aria si fa più mite, la linfa torna a scorrere e i primi germogli cercano la luce.

È la fase di riattivazione fisiologica: si aprono le gemme, si formano nuove foglie e aumenta l’attività fotosintetica. L’assorbimento idrico cresce, i vasi xilematici riprendono il flusso costante di nutrienti e la pianta costruisce le proprie strutture verdi, preparando le basi del ciclo produttivo.

Un respiro profondo attraversa il legno, come acqua che torna a imparare la strada. Il suono si muove lento, a tratti pulsante, mentre la linfa risale e riempie i tralci. Nulla strappa, nulla inciampa: scorre, sostiene, costruisce. È un ronzio basso e continuo, una vibrazione silenziosa che accompagna la vite nel suo risveglio.

Bande dominanti:
PIANTO: 0–200 Hz, pulsazioni basse, irregolari. Riattivazione xilematica post-inverno, risalita di linfa e prime variazioni di pressione nei tralci.
GERMOGLIAMENTO: 150–600 Hz, ritmo più regolare, modulazioni periodiche. Schiusura gemme e intensa divisione cellulare; flussi stabili verso tessuti teneri.
PRIMA ESPANSIONE FOGLIARE: 400–1000 Hz, segnale continuo, ampiezza costante. Fotosintesi attiva e rete idraulica consolidata; trasporti acqua/nutrienti sincronizzati.

Firma sonora: andamento continuo e regolare a bassa frequenza, ampiezza stabile, picchi morbidi e costanti. Assenza di componenti impulsive o irregolari.

All’inizio della primavera la vite torna a muoversi: la linfa risale, i tralci si gonfiano, le gemme si aprono. È il momento in cui la pianta rientra nel suo ciclo vitale, trasformando l’energia accumulata nel legno in nuova materia verde.

Dal punto di vista acustico, questo stadio genera bande dominanti tra 0 e 300 Hz, con oscillazioni regolari e continue. Le basse frequenze riflettono la costanza del movimento idraulico nel xilema e la piena conduttività dei canali vegetali.

La fase comprende il pianto, il germogliamento e la prima espansione fogliare. Dopo il risveglio radicale, la pressione xilematica spinge la linfa grezza verso i tralci, originando il caratteristico “pianto” della vite, che segna il riattivarsi della circolazione idrica. Segue il germogliamento, con intensa attività meristematica e rapido allungamento dei tessuti giovani, accompagnato da un forte consumo energetico e da un’accelerazione dei flussi linfatici.

Marzo / Aprile / Maggio

Con l’arrivo della primavera, le temperature nel vigneto iniziano a salire progressivamente dai 13–15 °C di marzo fino a superare i 20 °C in maggio. Le piogge residue dell’inverno garantiscono ancora un buon apporto idrico al suolo, mentre l’umidità media si mantiene tra il 60 % e il 70 %. Il vento, moderato ma costante, favorisce l’aerazione della chioma e asciuga il terreno dopo i rovesci.

È il momento in cui la vite si risveglia e si accompagna questo movimento con la potatura verde, la legatura e il controllo della vigoria. Il suolo viene lavorato leggermente per favorire la respirazione radicale. 

Fonte Dati: WeatherSpark - VALORI MEDI

Temperatura

Marzo: 11°C
Aprile: 14°C
Maggio: 17°C

Vento

Marzo: 16.2 km/h

Aprile: 15.6 km/h

Maggio: 13.7 km/h

Precipitazioni

Marzo: 35 mm
Aprile: 25 mm
Maggio: 13 mm

Umidità
(livello di comfort relativo)

Marzo: 0%
Aprile: 0 %
Maggio: 5%

Influenza del clima sulle frequenze rilevate
Il clima, ancora dolce e non eccessivamente secco, aiuta la ripartenza linfatica: il flusso idrico interno, percepibile anche acusticamente nelle frequenze più basse (0–300 Hz), riflette una pianta in pieno slancio vegetativo.

Fioritura

La vite entra nel tempo della fioritura, quando ogni movimento interno è dedicato al compimento del frutto.
In questa fase la pianta ridistribuisce energia e acqua verso le infiorescenze: i fiori si aprono, avviene l’impollinazione e l’attività metabolica si intensifica. Il bilancio tra fotosintesi e traspirazione diventa dinamico, e i flussi linfatici oscillano rapidamente per sostenere la formazione dei grappoli.

La vite parla più in fretta, a brevi frasi luminose. I flussi s’alzano e s’abbassano come api invisibili, un battito irregolare che spinge verso il fiore. Il suono s’increspa, si fa mobile, punteggiato di piccole accensioni. Tutto vibra di urgenza gentile: è la promessa che diventa gesto.

Bande dominanti:
PRE-FIORITURA: 300–700 Hz (residui <300 Hz), flusso stabile, bassa impulsività. Progressiva riallocazione di risorse verso i racemi in formazione.
PIENA FIORITURA: 300–1500 Hz, alternanza di piccole accelerazioni e pause. Massimo trasporto di zuccheri e fitormoni; impollinazione e fecondazione in corso.
ALLEGAGIONE INIZIALE: 600–1500 Hz, profilo uniforme, minore variabilità. Stabilizzazione post-fioritura; i giovani acini diventano il principale sink metabolico.

Firma sonora: fluttuazioni ritmiche medio-basse, pulsazioni intermittenti e variazioni rapide di ampiezza, segno di un metabolismo in continua regolazione.

Quando la vigna fiorisce, i fiori si aprono, il polline si libera e feconda, e la pianta ri-orienta i flussi: gli zuccheri scorrono nel floema verso i racemi, gli stomi modulano rapidamente la traspirazione, e i fitormoni (auxine, gibberelline) regolano l’allegagione.

A livello acustico, la pianta mostra un’intensa attività metabolica, con segnali medio-bassi (300–1000 Hz) con variazioni dinamiche che riflettono i rapidi scambi energetici dei tessuti riproduttivi: il segnale diventa irregolare, simbolo di una forte instabilità elettrofisiologica e di una regolazione ormonale in rapido cambiamento.

Durante la fioritura, la vite entra nella sua fase riproduttiva: si formano e si aprono i fiori ermafroditi, si completa la meiosi e avviene l’impollinazione autogama. A livello fisiologico, la pianta rialloca risorse: zuccheri e fitormoni (in particolare auxine e gibberelline) si concentrano nei racemi. L’attività stomatica aumenta e si intensificano i flussi nel floema, responsabili del trasporto di sostanze nutritive.

Fine Maggio / Giugno

Le giornate si allungano e la temperatura media sale intorno ai 25 °C. Le piogge diminuiscono e l’umidità scende verso il 50–60 %. I venti da sud si fanno più asciutti e regolari, riducendo il rischio di ristagni d’acqua. L’irraggiamento solare raggiunge il picco annuale, con oltre 14 ore di luce quotidiana.

Durante la fioritura, l’attenzione si concentra sull’equilibrio idrico e sulla difesa fitosanitaria. Si evita qualsiasi stress che possa compromettere l’allegagione. Ogni intervento è misurato: si limitano i passaggi tra i filari, si evita lo stress idrico, e si protegge dall’umidità stagnante, monitorando le malattie e bilanciando acqua e nutrienti.

Fonte Dati: WeatherSpark - VALORI MEDI

Temperatura

Maggio /
Giugno: 21°C

Vento

Maggio /
Giugno: 11.9 km/h

Precipitazioni

Maggio /
Giugno: 7%

Umidità
(livello di comfort relativo)

Maggio: 5%
Giugno: 17%

Influenza del clima sulle frequenze rilevate
Il caldo asciutto e la luce prolungata generano frequenze più vivaci e variabili (300–1000 Hz), dovute a rapide variazioni di pressione nei vasi. Il suono della pianta in fioritura è irregolare e pulsato, riflesso acustico di una fisiologia flessibile e attiva.

Maturazione

Il verde cede al colore, gli acini si trasformano lentamente in riserve di zucchero e aroma.
La vite rallenta la crescita vegetativa e concentra le risorse sui frutti. Il trasporto floematico diventa predominante: zuccheri e composti organici vengono spinti verso i grappoli, mentre la traspirazione si regola in base al clima. È una fase di equilibrio raffinato, in cui il metabolismo lavora per ottimizzare la qualità del raccolto.

Qui la voce si fa piena e rotonda. Non c’è fretta, ma profondità: un lavorìo misurato che porta dolcezza agli acini. Le pulsazioni si distendono, come una mano che pesa e riposa, pesa e riposa. È il suono di un equilibrio vigilato, dove ogni goccia trova esattamente il suo posto.

Bande dominanti: 1000–5000 Hz, con presenza secondaria sotto 1000 Hz.


Firma sonora: distribuzione energetica equilibrata tra bande basse e medie, ampiezza stabile ma meno regolare, riflesso di un’attività idrica più viscosa e modulata.

Con il calore dell’estate, la vite cambia ritmo: si fa più lenta, più concentrata. Gli acini maturano, la linfa si addensa, e tutto nella pianta sembra regolare e ponderato.

Il suono della vite si fa più equilibrato: le frequenze medie e medio-basse (1000 e 5000 Hz) predominano, segno di un metabolismo che si stabilizza nel bilanciare flussi linfatici e accumulo di sostanze nei frutti. La maggiore complessità del suono riflette la variabilità ritmica del trasporto zuccherino e le microvariazioni di pressione interna tipiche di una fisiologia matura ma ancora attiva.

Questa fase si apre con l’invaiatura: gli acini passano dal verde al rosso, la buccia si distende e le cellule dell’endocarpo accumulano zuccheri, antociani e aromi. La linfa, più densa e zuccherina, rallenta il flusso nel floema, mentre la traspirazione fogliare diminuisce. Le vie idrauliche si rimodellano, e si osserva un bilanciamento tra turgore cellulare e attività enzimatica nei frutti.

Luglio / Agosto

L’estate è calda e asciutta: le temperature massime superano spesso i 30 °C, con precipitazioni quasi assenti. L’umidità scende sotto il 50 %, e il vento, più debole, porta con sé la calura del sud-est. Le notti restano tiepide, ma le escursioni termiche iniziano ad aumentare, preparando le condizioni per l’invaiatura.

È la stagione della pazienza e del controllo. Si regola l’irrigazione di soccorso (dove prevista), si gestisce la chioma per proteggere i grappoli dall’irraggiamento diretto e si controlla la maturazione zuccherina e fenolica.

Fonte Dati: WeatherSpark - VALORI MEDI

Temperatura

Luglio: 24°C
Agosto: 25°C

Vento

Luglio: 11.3 km/h
Agosto: 11.2 km/h

Precipitazioni

Luglio: 2 mm
Agosto: 7 mm

Umidità
(livello di comfort relativo)

Luglio: 45%
Agosto: 65%

Influenza del clima sulle frequenze rilevate
Il caldo secco induce tensione idrica e riduzione dei flussi costanti. Si osservano frequenze intermedie (1–5 kHz), più dense e modulanti, tipiche di un metabolismo che lavora con prudenza per mantenere equilibrio e proteggere i frutti dalla disidratazione.

Raccolta

La stagione si chiude e la vite si alleggerisce. Dopo la vendemmia, i flussi interni rallentano, i tessuti si lignificano e la pianta riduce progressivamente la propria attività.
Il sistema idraulico subisce variazioni di pressione e fenomeni di cavitazione dovuti alla perdita d’acqua. È la fase in cui la pianta trasferisce le ultime risorse verso le radici e si prepara al riposo, chiudendo il ciclo annuale.

Tra le fibre corre un crepitio sottile, lampi brevi che si accendono e svaniscono. Il suono taglia e cede, si spezza in grani, lascia intravedere cavità d’aria tra i canali. È un lessico di addii: la vigna si alleggerisce, scioglie i nodi, consegna il frutto e impara il silenzio.

Bande dominanti:
PRE-RACCOLTA: H 5–10 kHz in crescita, L/F deboli, discontinuità moderate, transitori sporadici. Avvio senescenza, primi eventi di cavitazione e riduzione dei flussi.
TAGLIO: H e U (>5 kHz e >10 kHz) marcate, impulsi acuti, spike ripetuti. Stress meccanico da raccolta/potatura; collasso temporaneo di micro-canali xilematici.
POST-RACCOLTA: H diradata, U episodica; L molto bassa, impulsi radi, lunghi intervalli di quiete. Svuotamento dei canali e consolidamento della lignificazione; attività idraulica residua minima.

Firma sonora: picchi acuti e isolati, con burst improvvisi ad alta frequenza; andamento disomogeneo, spesso interrotto da pause o micro-impulsi.

Con la vendemmia la vite si alleggerisce: restituisce il frutto e comincia a ritirarsi. È una fase di passaggio, in cui la forza accumulata durante l’anno si ridistribuisce e la pianta prepara il riposo.

Sul piano acustico emergono bande alte (5000–10000 Hz e oltre), con picchi discontinui e impulsi acuti. Questi segnali corrispondono agli eventi di stress idrico e meccanico: collasso dei canali linfatici, tagli di potatura o distacchi fogliari.

In questa fase si conclude la maturazione e la pianta inizia la lignificazione dei tralci. Le foglie perdono attività fotosintetica, i canali xilematici si svuotano parzialmente e aumentano i fenomeni di cavitazione e embolia: microbolle d’aria che interrompono il flusso idrico. Dopo la raccolta, la vite ridistribuisce le riserve residue verso le radici e avvia la degradazione controllata dei tessuti verdi.

Settembre / Ottobre

Il clima resta mite, con temperature intorno ai 25 °C e un graduale aumento dell’umidità. Tornano le prime piogge irregolari e i venti cambiano direzione, portando aria più fresca dalle colline interne. Le giornate si accorciano, la luce si fa obliqua e i suoli iniziano a trattenere più umidità.

È il tempo della vendemmia, momento culminante dell’anno agricolo. Si raccolgono i frutti nel punto esatto di equilibrio tra zucchero e acidità, e la pianta inizia il suo lento disarmo. A livello fisiologico, i canali linfatici si svuotano parzialmente: gli spettrogrammi mostrano picchi più acuti e discontinui, segni di microstress da taglio e transizione verso la quiete. Il vignaiolo riduce gli interventi e prepara il terreno per l’inverno.

Fonte Dati: WeatherSpark - VALORI MEDI

Temperatura

Settembre: 22°C
Ottobre: 19°C

Vento

Settembre: 12.4 km/h
Ottobre: 13.3 km/h

Precipitazioni

Settembre: 35 mm
Ottobre: 50 mm

Umidità
(livello di comfort relativo)

Settembre: 47%
Ottobre: 16%

Influenza del clima sulle frequenze rilevate
Il calo termico e la diminuzione dell’umidità dell’umidità rendono i flussi instabili. Le variazioni di pressione generano picchi acustici isolati e discontinui (5–10 kHz), segnali sonori dello stress da fine stagione e del rallentamento idraulico.

Riposo vegetativo

La vite tace. I tralci spogli custodiscono la vita nel legno, in un equilibrio silenzioso con il freddo.
Durante l’inverno la pianta entra in quiescenza: il metabolismo rallenta, i flussi linfatici si interrompono e le strutture legnose proteggono le gemme latenti. L’attività visibile è minima, ma il sistema rimane vitale, pronto a riattivarsi con il ritorno della luce e del calore.

Transizione post-raccolta / Induzione alla dormienza

Un respiro trattenuto percorre il legno. La vite si raccoglie, riordina le sue riserve, lascia scorrere gli ultimi fili di linfa e poi rallenta: piccoli assestamenti, come passi leggeri nel silenzio prima dell’inverno.

Bande dominanti: 300–1500 Hz, con energia decrescente sotto i 300 Hz e assenza quasi totale oltre i 3 kHz.

Firma sonora: segnale debole e frammentato, punteggiato da micro-impulsi isolati e lunghi intervalli di quiete; la dinamica è morbida, con flussi intermittenti e un decadimento lento dell’energia, segno di una vitalità che si ritira senza spegnersi del tutto.

La vite non tace ancora del tutto: la linfa rallenta, ma sotto la scorza restano piccoli movimenti che riordinano le riserve. Il legno si assesta, come un respiro trattenuto prima del sonno invernale.

Le frequenze non sono solo bassissime: la banda 300–1500 Hz è presente con micro-impulsi radi, mentre sotto i 300 Hz l’energia è debole ma continua; sopra i 3 kHz quasi nulla. La firma sonora è discontinua e tenue, con brevi eventi separati da lunghi tratti di quiete: segno di flussi idraulici minimi ma attivi, lignificazione in completamento e induzione ormonale della dormienza.

Durante il riposo invernale, la vite entra in dormienza profonda. I meristemi cessano la divisione cellulare, i flussi linfatici si riducono al minimo e le radici conservano le riserve amidacee. I tessuti si lignificano completamente e la permeabilità delle membrane cellulari diminuisce. L’attività enzimatica è ridotta quasi a zero, mantenuta solo da minime variazioni osmotiche e da processi di respirazione basale.

Novembre / Dicembre / Gennaio / Febbraio

Le temperature scendono progressivamente fino a 10 °C, le piogge diventano più frequenti e i venti da ovest portano umidità. L’aria resta fresca ma non gelida, e il suolo si rigenera grazie all’acqua invernale. L’attività fotosintetica è minima e la luce si riduce a circa 9 ore giornaliere.

Durante il riposo, la vite concentra le energie nelle radici. Si interviene solo per la potatura secca e la manutenzione dei filari. È il tempo dell’attesa e della cura silenziosa: le frequenze della pianta quasi scompaiono, lasciando spazio a un rumore di fondo costante, segno di metabolismo sospeso. Il silenzio del vigneto in questa fase è tanto più eloquente quanto più intenso è stato il ciclo appena trascorso.

Fonte Dati: WeatherSpark - VALORI MEDI

Temperatura

Novembre: 15°C
Dicembre: 11°C
Gennaio: 10°C
Febbraio: 10°C

Vento

Novembre: 15.7 km/h
Dicembre: 16.8 km/h
Gennaio: 16.6 km/h
Febbraio: 17.0 km/h

Precipitazioni

Novembre: 65 mm
Dicembre: 60 mm
Gennaio: 57 mm
Febbraio: 49 mm

Umidità
(livello di comfort relativo)

Novembre: 3%
Dicembre: 0%
Gennaio: 0%
Febbraio: 0%

Influenza del clima sulle frequenze rilevate L’assenza di variazioni termiche significative e l’elevata umidità mantengono la pianta in uno stato di silenzio acustico quasi totale. Le basse frequenze, deboli e rare, rappresentano la quiete metabolica e la stabilità idraulica della dormienza.

ascolta il suono della vigna e scopri il ritmo della natura.

Cosa ci dice la pianta?

La vite non parla, ma vibra. Attraverso le sue frequenze racconta il ritmo della propria esistenza, il passaggio dalle fasi di quiete a quelle di piena attività. Nei suoni più bassi scorre la linfa, nelle medie frequenze pulsa la crescita, nelle alte affiora la fatica del raccolto. Ogni variazione acustica corrisponde a un cambiamento interno, a un diverso modo di reagire alla luce, al calore o alla mancanza d’acqua.

L’intensità cromatica — più chiara o più scura — indica la densità energetica del segnale acustico in ciascuna banda e periodo: le zone più luminose corrispondono ai momenti di maggiore attività fisiologica della pianta.

Cosa abbiamo imparato dai dati?

Le tracce audio raccolte e analizzate mostrano che ogni fase fenologica ha una propria identità acustica, pattern che confermano che l'attività sonora della vite segue fedelmente il suo ciclo biologico e risponde in modo diretto alle condizioni climatiche e ambientali, trasformando ogni stagione in una diversa voce del suo paesaggio acustico.

Durante la crescita dominano le basse frequenze, segno di flussi idraulici continui; in fioritura si amplia la gamma media, indice di metabolismo attivo; nella maturazione emergono le frequenze medie, legate al trasporto di zuccheri; nella raccolta compaiono i picchi acuti che segnalano stress o cavitazione; infine, nel riposo vegetativo, il suono si spegne quasi del tutto.

x = tracce audio rilevate

Come possiamo utilizzare i dati per azioni future?

L’analisi acustica della vite consente di leggere in tempo reale alcuni aspetti invisibili della fisiologia vegetale. Le variazioni di frequenza, ampiezza e ritmo delle emissioni sonore possono diventare veri e propri segnali precoci del comportamento della pianta, traducibili in indicatori pratici per la gestione del vigneto.